sabato 17 febbraio 2007

Spesso ho osservato come le persone più svantaggiate economicamente scelgano di vivere presso le zone di maggiore rischio di fattore ambientale. Molte volte, presso aziende inquinanti, in zone squallide, trovano un alloggio adatto alle proprie possibilità i nuovi poveri e chi comunque vive in difficoltà. Alcune delle più conosciute compagnie di trasporti usano veicoli a benzina senza piombo nei pressi di Paesi relativamente arretrati economicamente. Carburanti economici, ma più inquinanti, sono una offesa verso paesi sensibili ai problemi di inquinamento atmosferico. Laddove si intraveda in una sezione della società, una coscienza verso il diritto ad una esistenza in un mondo non inquinato, le organizzazioni perpetrano le loro attività di inquinamento ambientale, e lo fanno senza avere in conto alcuno questa coscienza. C’e una discriminazione latente che taglia in mezzo tra chi ha e chi non ha; chi ha coscienza, chi sa, chi deduce da una parte e chi non ha coscienza di quelle che saranno, nel prossimo futuro, le conseguenze di un inquinamento atmosferico globale dall’altra.
E’ necessario capire che ogni popolazione ha diritto ad un ambiente salubre e a una particolare dedizione per evitare esposizioni verso fattori inquinanti, e che questo deve essere un diritto universale e imparzialmente amministrato. Occorre prevenire che questo razzismo socio-economico proliferi e si diffonda. La prevenzione, anche in questo caso, rappresenta la via migliore di sviluppo.