martedì 5 dicembre 2006

Un capitano musicista

Un Capitano nel mare della musica.


Di lui sappiamo poco, non che ci sia poco da dire di questo emergente alla sua seconda uscita. La sua è una voce nuova e innovativa nel panorama contemporaneo della canzone italiana. Massimilano D’Ambrosio inizia un serio sperimentalismo musicale dopo il Diploma all’Istituto Nautico. Nel 1994 lo troviamo al Folkstudio di Roma, quello di Venditti e di De Gregori agli inizi della loro carriera, e questi cantautori li troviamo intessuti nelle melodie di questo musicista che nasce a Roma nel 1972 e a Roma vive tuttora. iana, di lui sappiamo poco, Oco. O meglio, non più di tanto ci dicUn artista giovane ma già abituato ai concerti; negli anni novanta inizia a portare le proprie canzoni alla manifestazione ‘Enzimi’ e al festival Cant’autore. Sono anni in cui inizia ad esibirsi dal vivo e lo fa alla ‘festa della musica’, spettacolo organizzato dal Comune di Roma. Presto arriva ad esibirsi tra i 'Giovani del Folk' di Giancarlo Cesaroni, reclutatore al folkstudio, dove Massimiliano suona in quel periodo. Con questa compagnia di musicisti partecipa a concerti, e tra questi ricordiamo la sua presenza al Festival degli artisti di strada, presso Firenze; l’anno successivo si aggiudica un premi speciale della giuria del festival nazionale ‘cant’autori’.
Nel 1997 si aggiudica un posto in finale al concorso musicale della trasmissione ‘Enzimi’; inizia ad aprire i concerti di Paolo Pietrangeli e di Daniele Sepe.
Il 2001 è l’anno della svolta.
Un critico di primo piano, come Massimo Cotto, direttore artistico di Radio Raduno ascolta un suo demo-tape e lo trasmette durante una puntata di ‘Radio 1 Music Club’. Il brano recensito è ‘La via sul porticciolo, della quale Massimiliano dichiara di essersi ispirato ad una poesia di l.Ferlinghetti.
E questa canzone, bella e ben costruita, li porta davvero fortuna. L’anno successivo, il 2002 vede la vittoria del cantautore, con questo brano, alla IV edizione di 'Scrivendo canzoni’ presso Mantova. Lo scorso anno è uscito a Dicembre il suo primo album dal titolo ‘Il Mio Paese’, disco che contiene, fra l'altro, il brano 'Il Poeta', il cui testo è stato firmato da una valida penna, quella dello scrittore Stefano Benni. Altro brano scritto da Benni, ma non presente nell’album è ‘La scuola più strana del mondo’. Ma anche altri scrittori sono la sua fonte di ispirazione. E. Allan Master, per esempio, da cui trae ‘L’ignoto’ e charles Bukowski con ‘Chiedi’. Troviamo un riferimento anche al poeta spagnolo Garcìa Lorca, nel brano ‘La Sposa Infedele’. Insieme a Maurizio Trequattrini musica una ballata dialettale calabrese di autore ignoto, che credo di nopn sbagliare a denominarla una ‘pizzicata’ calabrese. Il disco infine viene presentato con la valida partecipazione del gruppo i ‘Gang’.
Con lui suonano Fabio Fraschini al basso, Fabrizio Guarino alla chitarra e Giampaolo Rao alla batteria.



-Come ti raffronti con i tuoi coetanei cantautori, che propongono una musica meno da cantautore-poeta, e vicino al pop commerciale?

-La cosa di cui sono più convinto e che se dopo venti anni dalle uscite dei dischi di Francesco Guccini, De Andrè o De Gregori, qualcuno chiede ancora i loro brani di quegli anni, e quelli attuali, tra altri venti anni non credo che il pubblico vorrà ancora questi cantanti pop commerciali.

-Ma allora come ti vedi sulla scena nazionale dei cantautori.

-Credo che fare il cantautore tradizionale, in questi anni, con poesie cantate accompagnandosi con la chitarra, non paghi. O almeno non ci sia un riscontro immediato e alla lunga il paragone con i grandi del passato, quelli ai quali accennavo prima, è molto difficile. Credo che però sia stimolante e costruttivo. Occorre avere validi punti di riferimento per fare musica in questi anni.

-Come hai visto cambiare la scena musicale del cantautorato italiano, durante la tua carriera di musicista?

-Devo ammettere che le cose sono cambiate e cambiano ancora. Un notevole punto di svolta si legge nel disco live dello scomparso De Andrè con la PFM. Innovatori entrambi, videro la fine del sound anni settanta. Negli anni ottanta, credo, c’era meno tecnologia e più creatività. (a mio avviso è stato l’inverso negli anni ottanta c’era più tecnologia ma meno creatività)

-Qual è stato un disco veramente creativo con questo vecchio sound.

-Un albun caposaldo dei settanta credo che sia stato ‘storia di un impiegato’ di De Andrè, con nuove sonorità è con un nuovo modo di scrivere testi. Quando l’ho ascoltato mi ha profondamente interessato e affascinato.

-Ho notato che sei molto attento ai testi; fa parte del tuo stile?

-Senz’altro. Considero lo scrivere canzoni un mestiere, come può essere scrivere romanzi. Uscire su Cd per un musicista è come uscire su libro per uno scrittore. E’ un ottimo veicolo pubblicitario per farsi conoscere dal grande pubblico.

-Quale è stata una figura musicalmente importante nella tua preparazione?

-Devo ammettere che l’amicizia con Maurizio Trequattrini è stata decisamente importante. Lui faceva Jazz suonando il basso con gruppi di Roma e lavorava con e per gli artisti di Folkstudio. Nel 1995 abbiamo lavorato insieme, dopo che aveva curato alcuni miei arrangiamenti e abbiamo iniziato a fare un tour in Italia dedicato alla figura dello scomparso De Andrè e alla canzone d’autore italiana.


Brani mini Cd ‘Il vino’ 1999

Il vino
La via sul porticciolo
Chiedi
Cuore di ferro
L’avvocato
Benvenuta


Brani di 'Il Mio Paese’.

La nave
L’avvocato
La sposa infedele
Il mio paese
‘ tornato
La via del porticciolo
Angelina
Palla pallina
L’ignoto
La morte apparente

il primo cantautore recensito da parole remote

Masimiliano D'Ambrosio
Il Mio Paese

folk italiano
7/10

Massimiliano D'Ambrosio, cantautore.
Questa breve frase di strillo potrebbe essere scritto su un biglietto da visita di questo musicista che vive a Roma, dove è nato nel 1972.
Massimiliano D'Ambrosio, proprio a Roma muove i primi passi nell'ambiente culturale e acustico del Folk Studio. Fatto conoscere al pubblico di Radio Uno, dopo aver inciso un Demo Cd, esce in questa fine 2006 con un lavoro prezioso.
Un album pieno di sonorità originali, svisate jazz e rese accattivanti dal ritmo del cantato. Sicuramente già esperto, dopo importanti apparizioni live, pone un punto fermo nel panorama della musica d'autore italiana.
Si capisce con lui che l'esempio di venti, trenta anni fa, al Folkstudio, da parte di De Gregori, Venditti e, altrove di Guccini e dello scomparso De Andrè, sono state recepite anche da musicisti di questi anni.
Massimiliano MAX D'Ambrosio ne è un chiaro esempio.
C siamo
arriva conferma tramite mail server:
il messaggero a cavallo porta buone nuove.
Il 'contatto' ha risposto. Seleziono il materiale per il prossimo post.
Gli ho mandato la mia traduzione verso l'inglese del testo del suo brano: 'Il Poeta'. Questo testo è stato originariamente composto in italiano da Stefano Benni. L'ho tradotta e la ho mandata a questo Benni, tramite Max, il musicista di cui si parla in questo e nel seguente blog di introduzione.

domenica 3 dicembre 2006