giovedì 21 dicembre 2006

recensione album 'Dopo un lungo inverno'

C’è un gruppo da anni seguito nei propri concerti, creato da cinque ‘appassionati d’Irlanda’, già sperimentatori Folk ed ex rockettari in cerca di un cambiamento. Sono i Modena City Ramblers. I Modena iniziano registrando un ‘demo-tape’ nel 1991, nello stile dei canti e delle ballate d'Irlanda; cantano un universo musicale nel quale riecheggiavano i canti della tradizione musicale italiana.
Gli anni dello sviluppo artistico sono fortunati per il gruppo: fanno concerti e viaggi, incidono dischi e rilasciano interviste; fino ai giorni nostri, dove vendono cinquantamila copie dell‘album ‘Appunti Partigiani’, registrato nel 2005.
Il secondo brano, 'Quel giorno a primavera' è una tipica ballata a cui questo gruppo ci ha abituati. Le parole scandite formano una storia tipica dei Ramblers, che descrive uno scenario inquietante e contemporaneo. In 'Oltre la guerra e la paura' entrano miscelata ritmicamente al tappeto sonoro del brano precedente. Inizia il canto di ‘betty’, che narra della diversità tra la storyteller, in questo caso impersonificata dalla Mezzani, e un immaginario ‘fratello’ di lei, che vive vittima della paura dell’attualità di una guerra. 'I prati di Bismantova' ha un ritmo diverso dalle ballate tradizionali dei Ramblers; il ritmo è lento e narrativo, le percussioni che richiamano Paesi lontani scandiscono il ritmo. Gli strumenti sono quelli della tradizione balcanica