giovedì 14 dicembre 2006

i Modena city ramblers su parole-remote

Ospitiamo volentieri da oggi appunti sui M.C.R. valido e storico ormai, gruppo folk italiano. Abbiamo provato a contattarli senza riuscirci; restiamo in attesa di un loro riscontro per comunicarli la loro gradita presenza su parole-remote. Una e-mail di notifica è comunque stata inviata alla direzione artistica, verso la quale rimaniamo disponibili al dialogo.

un pensiero ai modena city ramblers

Dopo il lungo inverno” segna il ritorno dei Modena City Ramblers sul mercato discografico a un anno dall’abbandono del loro storico cantante solista “Cisco” Bellotti e a dieci mesi dall’entrata nella band delle nuove voci Davide “Dudu” Morandi e Elisabetta “Betty” Vezzani. Il disco, come il precedente “Appunti Partigiani”, è pubblicato dall’etichetta Mescal (anche management della band) e ha distribuzione nazionale Universal.
Il titolo metaforicamente evoca l’idea di una nuova stagione, di un nuovo ciclo che si preannuncia. Dalla copertina realizzata, passando per i sedici brani inclusi e fino ai tre frammenti che ne costituiscono il momento inziale, centrale e finale, tutto il disco risulta permeato da questa forte suggestione, che muovendo dagli evidenti rimandi alla cultura contadina, dipinge un multiforme quadro di “rinascita”: personale, politica, ideale, quasi come se l’attualità che ha segnato la storia d’Italia e del mondo globalizzato nel 2006 venisse a intrecciarsi con le vicende private della band e con i sogni, le scelte di vita e le aspirazioni dei suoi singoli componenti.
In un’epoca di musica sempre più “consumata” in modo frammentario, superficiale e veloce, i Ramblers realizzano un disco lungo, studiato, ponderato, eclettico e meticcio che costituisce innanzitutto una risposta “politica” a una scena discografica e ad una cultura monodimensionale che impone, o vorrebbe imporre, un suono e una canzone, sempre la stessa rassicurante nenia per palati addomesticati. Un disco che vuole per questo essere un grande ponte tra la band e il suo pubblico, che ne ha decretato la popolarità e il successo proprio perché nei Ramblers vede dei compagni che nella musica cercano le stesse semplici, ma meravigliosamente grandi, cose: la condivisione, il divertimento, la passione, la militanza, la gioia e l’affermazione di valori etici e politici.
Dal punto di vista sonoro, gli stili e le ispirazioni che si rincorrono lungo il disco, hanno evidenti rimandi alle musiche più amate dai Ramblers, cioè quelle costituite dal folk europeo, celtico e balcanico, o quelle dei ritmi latini, sudafricani e mediorientali, oppure il rock e la musica d’autore. Nei testi troviamo la tradizionale sensibilità “folk” del gruppo; rivolta alle esperienze di viaggio della band, e si impreziosisce di spunti “intimistici” e poetici, andando a creare un composito quadro musicale che riafferma l’identità poliedrica della band emiliana. Un’identità che è ormai da anni un tratto distintivo e originale e che definisce il “suono MCR”.
La ricchezza espressiva acquista nuova forza grazie alle possibilità date dalle sfumature particolari e diverse delle voci di Betty e Dudu, unite alla maturità e alla duttilità strumentale del nucleo storico della band: “Kaba” Cavazzuti, Franco D’Aniello, Massimo Ghiacci, “Fry” Moneti e Roberto Zeno, affiancati dal 2003 da Luca “Gaby” Giacometti.
Registrato tra la primavera e l’estate del 2006 presso l’abituale base dello Studio Esagono di Rubiera, nella campagna di Reggio Emilia, il disco si avvale della geniale e accurata produzione del famoso produttore inglese Peter Walsh (Simple Minds, Peter Gabriel, Afro Celt Sound System, Pulp, Scott Walker tra le sue collaborazioni), con il quale i Ramblers hanno anche arrangiato le canzoni, tutte composte dalla band.
Il Poeta
Testo di Stefano Benni
Musica di Massimiliano D’Ambrosio

Il poeta è un uccello e becca le parole
sotto la neve del normale viene sopra al davanzale e scappa via impauritose lo vuoi catturare
Il poeta è una femmina, è gagliardoed ha qualcosa nello sguardo
che tu dici :”E’ un poeta”Spesso è analfabeta, ma è meglio è più immediato
il poeta è un ammalato, colitico, asmatico,scontroso, ombroso,guai a chiamarlo Poeta
E’ come una cometa che annuncia un mondo nuovo,
è assolutamente inutile, è un fallito
è il servo di un partito, è fatto d’aria
e porta nella penna, la rabbia proletaria
E’ sopra la politica, è sopra al mondo
il poeta è tisico, il poeta è biondo
ed è sempre suicida, il poeta è un bugiardo,il poeta è una sfida alla banalità del mondo
Il poeta è normale, è omosessuale
è un santo, è una spia
ed un giorno poi va viaverso isole lontane,
oppure va a puttane e lascia il grande vuoto
della sua poesia
Il poeta è il titolo
di una canzone mia.


Traduzione di Michele Venturini
m_venturini@email.it
339 2944069

Poet is a bird that words peaks
Under snow of reality
Feared standing on the windowsill
[If you want to catch him
He freighted flee

Poet is a girl, he’s strong,
He has something in the gaze
You say ‘he’s a poet’
Always illiterate, better for being more
[Immediate
Poet is an ill, he has colitis, he’s
[Asthmatic, surly, shady to call him poet [is a difficulty

He is as a comet blowing up a new world absolutely useless, he’s unsuccessful
He’s the servant of a Party, made of air,
He has in the pen, the proletariat rage,

He’s over the politic, he’s over the world
The poet is consumptive; the poet is [blonde
Always a suicide, the poet is false
The poet is defiance
To the nonsense of the world
The poet is normal, he’s gay
He’s a saint, he’s a spy
And that a day he goes away
Toward isles far away,
Or he looks for a whore and leaves the great empty
Of his poem

The poet is a title of
a song of mine.

mercoledì 13 dicembre 2006

Traduzioni su parole-remote

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