Sono felice di farvi conoscere un bravo chitarrista, che dalla propria elettrica trae suoni che ricordano Maurizio Solieri, chitarrista, ricorderete, di Vasco Rossi.
E una somilianza tra Vasco Rossi e Luca Stefanoli si può fare: uno il maestro, rocker consunto dai live e dalle produzioni musicale, l'altro, Luca appunto, novello cantautore.
Vi allego il mio intervento su Luca
E' la prima volta che appare su 'parole-remote' e penso sarà soddisfatto di questo mio post su di lui.
Luca Stefanoli:
Precise e melodicamente pop arrivano le note di intro al piano di ‘Perché perché’. Segue l’approccio vocale di Luca Stefanoli, il ritmo è melodico, che ricorda, come già ricordato da altri critici, alcune melodiche di Vasco Rossi. Vero, anche per i riff alla chitarra elettrica, distorta quanto basta, e la batteria nello stile rock italiano.
‘Lulù scusa’ ha il sound elettrico che questo buon strumentista trae dalla propria chitarra.
Il ritmo è orecchiabile e originale allo stesso tempo; non ci sono contaminazioni postmoderne, anzi, per certi versi questo suono rock ricorda certi cocker degli anni ottanta; a volte ricorda i suoni rock del Ligabue classico anni ’90.
C’è un brano che inizia in lingua inglese;’Luca (from C B)’;
la dizione è chiara, forse vocali troppo aperte tipiche dell’accento italiano, ma un cantato nel complesso molto capibile ed intuibile anche al primo ascolto.
Poi segue una strofa in italiano e Stefanoli non si smentisce nel sound, e nella ritmica della batteria che precisa sottolinea i suoi passaggi melodici, le sue strofe e le pause tra queste.
Anche il successivo ‘Hate and Love’ è in inglese; ritmiche più lunge e più rilassate, una ballata soft rock, che prosegue in inglese. Invece ‘Parzialmente scremato’ è un buon pezzo blues alla chitarra e batteria nelle misure ortodosse di questo genere chitarristico, un brano strumentale.
venerdì 6 aprile 2007
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